venerdì 13 maggio 2016

Chi pecca d'esperienza parla per sentito dire


Citando Willie Peyote e la sua canzone “E allora ciao” (Per chi non la conoscesse, consiglio vivamente la canzone e l’artista): Chi pecca d’esperienza parla per sentito dire. Volete degli esempi?
Ce ne sono di tutti i tipi, i più triviali, come Vincenzo Montella, allenatore in serie A, che intervistato dalle Iene asserisce che “Caracas è pericolosissima” e quando poi gli viene chiesta l’ubicazione della suddetta, abbozza un “Marocco(?)” servizio completo le Iene   e quelli un po’ più ampi (Si, lo so che parlare dell’ignoranza dei calciatori è come sparare sulla Croce Rossa); prendiamo per esempio un gruppo di persone in Italia, le quali non hanno mai viaggiato al di fuori dell’Europa e chiediamo loro cosa pensano degli arabi. La maggior parte delle risposte che otterremmo esprimeranno un giudizio negativo basato solo sul sentito dire, delle televisione o dagli amici, e queste persone, appunto peccando di esperienza, esprimono un parere razzista pensando di essere nel giusto.
Questo concetto si applica a tantissimi altri campi ma credo che abbiate capito il mio punto di vista e la ragione per la quale spesso sembro poco loquace, ma è solo perché se devo esprimermi senza sapere di cosa sto parlando, evito




3 commenti:

  1. La canzone non ho avuto voglia di sentirla, ma immagino che tu intendessi dire: "chi pecca di INesperienza", no? "Peccare d'esperienza" non vuol dire niente, o meglio, vuol dire esattamente in contrario di quello che mi pare voglia dire tu.

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  2. Essere manchevole, imperfetto: è un quadro che pecca alquanto nel colore
    SIN. difettare

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  3. Peccare "in" in qualcosa vuol dire eseguirla in modo difettoso: "pecca nel canto" = canta male.

    Invece, "peccare d'ingenuita" = essere ingenuo; "peccare d'avarizia" = essere avaro; "peccare d'esperienza" = essere esperto, dunque il contrario di quello che vuoi dire tu.

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